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Domenica 6 Aprile, ricorre una commemorazione importante che ha segnato la storia recente del nostro Paese: 16 anni dal terremoto dell'Aquila del 2009.Era piena notte quando alle 3:32 del 6 aprile 2009 una violenta scossa di magnitudo 6,3 sprigionò tutta la sua potenza a L'Aquila e nei centri abitati vicini. Un cataclisma che colse nel sonno migliaia di persone radendo al suolo case, monumenti, edifici storici, ospedali, Università. Il bilancio finale fu un vero e proprio bollettino di guerra: 309 morti, 1.600 feriti e 80 mila sfollati. Per tutta la notte e nelle settimane seguenti la terra continuò a tremare, si registrarono infatti altre 256 repliche, 150 nella sola giornata di Martedì 7 aprile, che di fatto demolirono gli edifici rimasti in piedi. Secondo le ricerche successive dell'INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) l'epicentro fu individuato a 8 chilometri di profondità, a poco più di un chilometro dal centro dell'Aquila. Il terremoto fu sentito in tutto il Centro Italia, scosso dall'immane forza del sisma che ha devastato soprattutto l'Abruzzo ma che si è avvertito a Roma (perfino le Terme di Caracalla subirono lesioni), fino a Napoli. Le conseguenza furono apocalittiche, il giorno dopo con le prime luci del mattino L'Aquila era sfigurata: diversi edifici monumentali e civili crollarono, tra cui la Casa dello Studente e il Palazzo della Prefettura. Gravemente danneggiati anche l'università dell'Aquila e l'ospedale San Salvatore. In una primissima stima i danni ammontarono ad oltre 10 miliardi di euro. Il valore perso del patrimonio storico-artistico, di cui era particolarmente ricca la città, fu inestimabile. Tutte le chiese furono dichiarate immediatamente inagibili per lesioni o crolli importanti assieme a palazzi storici come il Forte spagnolo, uno dei simboli della città.