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Ben 39 anni fa, proprio in questi giorni ed in queste ore, l'Italia si preparava a vivere una delle fasi dell'inverno più fredde e nevose dell'ultimo secolo. Un'ondata di gelo siberiano provocò infatti un guasto meteo senza precedenti che interessò gran parte del nostro Paese, da Nord a Sud, mettendolo a dura prova, in una trappola di ghiaccio e neve.Ma cosa esattamente accadde in quei giorni, dall'Epifania e fino al 15/16 gennaio del 1985?Il 5 gennaio un'irruzione di aria gelida di matrice artica investì l'Italia, attraverso un "doppio attacco", sia dalla valle del Rodano, sia dalla porta della Bora. Il contrasto tra l'aria fredda e quella più calda del mar Mediterraneo provocò la formazione di un minimo orografico sul Golfo Ligure, causando un peggioramento del tempo su bassa Valpadana, Liguria e Toscana, con quest'ultima regione che fu investita dalle prime nevicate, fin sulle coste della Versilia, mentre vere e proprie bufere di neve colpirono la Liguria, specialmente la Riviera di Ponente, con accumuli anche di 10/20 cm fin sul litorale.Il 6 gennaio l'ondata di maltempo si estese anche all'Italia centro-meridionale. La neve cadde fino in pianura su Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria, Basilicata e addirittura sull'isola di Ischia.Il 7 gennaio, complici i cieli sereni e la presenza di neve al suolo, la temperatura crollò letteralmente a Genova, scendendo fino a -7°C in città, con valori minimi fino a -24°C nell'entroterra di Savona e Genova.(Val Bormida). Un record di temperatura negativa ad Albenga con -12,4°C e presso la stazione meteorologica di Capo Mele, con -4,5 °C. Pensate, sull'Appennino tosco-emiliano si raggiunsero valori record intorno ai -30°C! L'8 gennaio la neve continuò a cadere su Toscana, Lazio, Umbria e Campania, ma soprattutto sulla Pianura Padana centro-orientale; in Trentino Alto Adige si toccarono picchi di -30°C a Dobbiaco e di -15°C a Bolzano, mentre in Veneto la colonnina di mercurio scese fino a -23°C a Cortina d'Ampezzo, -27°C a Santo Stefano di Cadore e -31°C sul Passo Pordoi.Il 9 gennaio nuove nevicate colpirono la Toscana, con gli accumuli nevosi al suolo prossimi ai 40 cm su Firenze e ben 80 cm in val di Cecina. A Bologna, una nuova copiosa nevicata ricoprì la città con altri 30 cm di manto bianco. La dama bianca continuò a scendere anche su Roma, mentre in Abruzzo gli accumuli superavano abbondantemente il mezzo metro lungo i fondovalle e oltre le tre cifre in montagna. Una storica nevicata colpì anche la Sardegna, con 10/15 cm scesi a Cagliari e su buona parte dei litorali dell'isola. Nelle aree interne ci furono vere e proprie tormente con accumuli di 50/60 cm e con oltre 1 metro di neve in montagna!Dal 10 gennaio ci fu un temporaneo miglioramento del tempo al Nord e le prime schiarite anche su Toscana e Liguria e Valpadana, che fu proprio questo a causare un intenso raffreddamento durante le notti successive. La neve si ripresentò invece solamente sulla Sicilia, imbiancando le coste di Punta Raisi e del Palermitano.L'11/12 gennaio le temperature scesero fino a -10°C a Firenze, ma subito fuori città i valori scesero addirittura fino a -23°C nelle conche toscane maggiormente soggette alle inversioni termiche notturne. Spiccarono anche i -20°C di Arezzo e i -13°C di Pisa. Si ghiacciò il fiume Arno.In Valpadana si registrò una notte di gelo record con -19°C a Brescia e Verona, valori che hanno scritto la storia della meteorologia, superando il nuovo record di freddo del lontano 15 febbraio 1956.Il gelo intenso non risparmiò nemmeno il Lazio, con Rieti a-20 °C e Frosinone a -19°C. La stazione meteorologica di Roma Ciampino fece registrare lo storico record di -11°C e quella di Roma Urbe scese fino a -9,8°C; sul litorale laziale ci fu il record assoluto di -7,8°C registrato presso la stazione meteorologica di Roma Fiumicino.Il 13 gennaio, ci fu un nuovo peggioramento del tempo su tutto il Nord, causando una delle nevicate storiche più intense e copiose dell'ultimo secolo. Diversamente, al Centro correnti sciroccali molto miti causarono un netto rialzo delle temperature, fino a 15°C, con quota neve in forte risalita alle quote montane. Continuò invece a nevicare copiosamente su Liguria, Valpadana, Emilia Romagna e Triveneto.Dal 14 al 16 gennaio si scatenò sull'Italia settentrionale un vero e proprio ciclone di neve con un minimo depressionario centrale sul mare della Corsica che fece scivolare aria calda sciroccale sopra un cuscinetto gelido incastonato al suolo (specie in Valpadana), favorendo una delle nevicate più intense e spettacolari dell'ultimo secolo: in sole 48 ore caddero 20/30 cm di neve a Genova, 30/35 cm a Verona e Venezia, 40/45 cm a Udine, Treviso e Padova, 55/60 cm a Vicenza, 60 cm a Belluno e Varese e fino a 70 cm a Como.Nella notte tra il 14 ed il 15 gennaio caddero oltre 70 cm a Milano e addirittura 130/140 cm a Trento. Intanto la risalita dello scirocco, molto mite, stava per investire anche il Nord Italia, ma la neve continuò a cadere sempre in pianura su Lombardia e Trentino portando l'accumulo totale a 1 metro a Milano, a 120 cm a Como e a 160 cm a Trento.