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Epifania 2026 nel segno del freddo e della neve. Secondo le ultime proiezioni nel corso della prossima settimana è prevista infatti una fase decisamente fredda sull'Italia con il ritorno anche di intense precipitazioni legate all'ingresso di una perturbazione. Insomma, è concreta l'ipotesi di una Befana bianca.L’eventuale ritorno della neve in pianura al Nord sarebbe legato a un meccanismo ben noto agli appassionati di meteorologia: le nevicate da scorrimento su cuscino freddo preesistente. In questo tipo di configurazione, una massa d’aria molto fredda e densa si accumula nei bassi strati, soprattutto nelle pianure e nelle valli chiuse, creando il cosiddetto “cuscino freddo”.Ed è proprio quello che ci aspettiamo per tutta la prima parte di Gennaio quando l'arrivo di masse d'aria gelide di origine artica provocherà una drastico abbassamento delle temperature favorendo, come possiamo vedere dalla mappa qui sotto, la formazione del cuscino gelido sulle pianure del Nord. Questo strato freddo può raggiungere uno spessore di diverse centinaia di metri, con temperature al suolo inferiori allo zero.BEFANA BIANCA? LE PROIEZIONISuccessivamente, proprio in concomitanza con la festività della Befana e nei giorni a seguire, correnti più umide legate ad una perturbazione investiranno l'Italia scorrendo sopra questo strato gelido senza riuscire a rimescolarlo completamente.Il risultato è che le precipitazioni, anche se originate da aria relativamente più mite in quota, potrebbero scendere sotto forma di neve fino al suolo poiché lo strato freddo nei bassi livelli mantiene temperature prossime o inferiori allo zero. Secondo gli ultimi aggiornamenti le regioni a rischio nevicate per l'Epifania sono: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia. Successivamente il maltempo potrebbe raggiungere anche la Liguria e le regioni del Centro con fiocchi fino a quote molto basse.Questo genere di nevicate è diventato sempre più raro negli ultimi anni, complice l’aumento delle temperature medie e la maggiore difficoltà nel mantenere un cuscino freddo solido e duraturo. Proprio per questo, l’eventuale avvio del 2026 con una dinamica simile assumerebbe un valore particolare, riportando condizioni tipiche degli inverni del passato. In sintesi, se il cuscino freddo riuscirà a consolidarsi prima dell’arrivo delle perturbazioni, la neve potrebbe tornare protagonista anche in pianura, offrendo scenari invernali ormai poco frequenti, ma ancora possibili in presenza delle giuste configurazioni atmosferiche.
