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Temi caldi
Arriva la Niña e promette mesi di clima estremo: dalle piogge torrenziali in Asia agli inverni rigidi in Nord America, fino alle possibili conseguenze in Europa.Questo evento, che si verifica nelle acque superficiali dell'Oceano Pacifico Equatoriale, è caratterizzato da un improvviso ed anomalo raffreddamento delle temperature. Si tratta di un fenomeno opposto rispetto a quello denominato El Niño, il quale invece comporta un riscaldamento delle acque e che ha caratterizzato il 2024, portandolo in vetta come anno più caldo di sempre (e non di poco).La Niña ed El Niño sono entrambi parte di un sistema climatico più ampio chiamato ENSO (El Nino-Southern Oscillation) che nasce dall’interazione tra oceano e atmosfera. Questo squilibrio termico non resta confinato al Pacifico: le differenze di temperatura alterano infatti i regimi di circolazione atmosferica globale, spostando piogge, venti e correnti aeree su scala planetaria.ARRIVA LA NINASecondo gli ultimi aggiornamenti della NOAA, l’agenzia statunitense che si occupa di dinamiche oceaniche ed atmosferiche, le acque superficiali dell’Oceano Pacifico si stanno raffreddando rapidamente e quindi la Niña è ormai confermata per i prossimi mesi autunnali e invernali. La mappa qui sotto mostra bene l'anomalia fredda (rettangolo) proprio in pieno Oceano Pacifico.CONSEGUENZE A LIVELLO GLOBALEStatisticamente, in presenza di questo particolare FENOMENO, si assiste ad un aumento delle precipitazioni nel Sud-Est asiatico (i temibili monsoni che provocano alluvioni devastanti), in alcune parti dell'Africa, in Brasile e in Australia. Nel contempo, esso comporta delle significative fasi siccitose nelle Americhe occidentali, nel Golfo del Messico e nell'Africa nord-orientale. Durante un episodio di La Niña, gli effetti più evidenti si manifestano nel Nord America, dove la variazione delle temperature oceaniche nel Pacifico tropicale influenza in modo significativo la circolazione atmosferica. Gli Stati Uniti, in particolare, mostrano una chiara risposta: gli inverni tendono ad essere più freddi e umidi nelle regioni settentrionali, soprattutto nelle zone del Midwest e del Nord-Est, dove si registrano nevicate più abbondanti e ondate di freddo più frequenti. Al contrario, il Sud del paese, dal Texas alla Florida, vive stagioni invernali generalmente più calde e secche. Anche l’attività degli uragani nell’Atlantico può essere favorita: la presenza di La Niña riduce i venti in quota che normalmente ostacolano lo sviluppo dei cicloni, permettendo così a più tempeste tropicali di formarsi e intensificarsi. GLI EFFETTI IN EUROPA E IN ITALIAIn Europa gli effetti sono meno diretti, in quanto il Vecchio Continente si trova lontano dal cuore del fenomeno, tuttavia le ripercussioni non sono da sottovalutare. La modifica delle correnti a getto e della circolazione atmosferica globale può tradursi in inverni più rigidi e instabili, soprattutto nell’Europa centro-settentrionale e nell’area mediterranea. Alcuni studi hanno evidenziato una maggiore probabilità di irruzioni fredde, legate allo spostamento verso sud della corrente a getto polare. In altre parole, pur non essendo la Niña il fattore unico e determinante del clima europeo, la sua presenza può amplificare la variabilità stagionale, contribuendo a episodi di freddo più marcati o a fasi di forte maltempo.Queste condizioni, per esempio, potrebbero portare alla formazione sul Mediterraneo di cicloni particolarmente intensi già ad Ottobre e Novembre, con conseguenze potenziali che riguardano da vicino anche la nostra Italia. Il rischio principale è quello di dover affrontare eventi estremi come nubifragi e nei casi più eccezionali le così dette "alluvioni lampo" che solitamente interessano fasce ristrette di territorio (come successo in Toscana e in Romagna nel 2023, a Ischia e nelle Marche nel 2022 e nel 2021 in Sicilia solo per citare le più recenti), scaricando al suolo ingenti quantità d'acqua. Le ultime proiezioni del Centro Europeo, a conferma di ciò, mostrano un surplus di piogge proprio in area mediterranea (quindi + pioggia del normale): questo potrebbe tradursi in frequenti ondate di maltempo anche su molte delle nostre regioni.Insomma i prossimi mesi rischiano di essere molto movimentati sul fronte atmosferico, non resta che seguire passo passo gli aggiornamenti per capire meglio l'evoluzione e che tipo di effetti aspettarci alle nostre latitudini con l'arrivo ormai imminente de la Niña.