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Temi caldi
Nei prossimi giorni è prevista una nuova e potente ondata di caldo sull'Italia provocata dal famigerato anticiclone africano che spingerà masse d’aria bollenti verso il nostro Paese con temperature oltre i 35°C in divere regioni. Questa volta, oltre al sole e al caldo, l'alta pressione subtropicale trasporterà anche ingenti quantità di pulviscolo sahariano. Infatti, le correnti in alta quota da Sud Ovest intercetteranno vaste masse di polvere fine sollevate dal deserto del Sahara, sospingendole verso l’Italia centro-meridionale e le due Isole Maggiori già dal prossimo weekend e per l'inizio della prossima settimana. La mappa (Skiron, Università di Atene) qui sotto mette bene in evidenza il trasporto del pulviscolo che dalle zone interne di Marocco e Algeria si sposterà verso il bacino del Mediterraneo e l'Italia.Questo particolare fenomeno avrà delle ripercussioni sulla qualità dell'aria, facendo aumentare le concentrazioni di PM10 con conseguenti problemi per la nostra salute. Diverse ricerche scientifiche confermano infatti una correlazione tra elevate concentrazioni di PM10 e l’aumento di malattie croniche respiratorie, riacutizzazioni asmatiche, ricoveri ospedalieri in particolare tra soggetti fragili, bambini e anziani. Non solo, condizioni di alta pressione ed estrema stabilità atmosferica contribuiranno al ristagno degli inquinanti nei bassi strati, con un possibile peggioramento della qualità dell’aria specie nei centri urbani. Questa volta la polvere non ricadrà al suolo con la pioggia (non sono previste precipitazioni almeno fino al 15/6), tuttavia aspettiamoci cieli giallognoli o rossastri che ci terranno compagnia specie durante il tramonto o quando la luce solare riuscirà a giocare con il pulviscolo in sospensione. Si tratta di un fatto assolutamente naturale, anzi questo pulviscolo è carico di importanti minerali e sostanze nutritive, un toccasana per l'ambiente in generale. Il trasporto del pulviscolo sahariano non è più un fenomeno raro, tuttavia negli ultimi anni sta diventando sempre più frequente a causa delle mutate configurazioni atmosferiche.
