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Temi caldi
Lunga fase anomala in arrivo sull’Italia a causa della persistenza di un campo di alta pressione che ci terrà compagnia almeno fino a metà Dicembre.Mattia Gussoni, meteorologo de iLMeteo.it, conferma l’anomalia climatica attesa nei prossimi giorni. Il protagonista assoluto sarà l'anticiclone africano il quale, accompagnato da aria calda in quota, dominerà la scena su buona parte dell'Europa centro-occidentale.In sostanza, saremo di fronte ad una vastissima area di alta pressione che di fatto bloccherà qualsivoglia perturbazione atlantica o irruzione di aria fredda in discesa dal Polo Nord.Dalla giornata di Martedì 9 Dicembre e per buona parte della settimana l'anomalia più rilevante riguarderà il campo delle temperature in particolare sulle nostre montagne: l’aria calda trasportata dall’espansione dell’anticiclone africano tende a concentrarsi soprattutto alle quote medio-alte, dove “galleggia” al di sopra degli strati d’aria più freschi presenti nei bassi livelli. Per questo motivo l’aumento delle temperature risulterà particolarmente marcato in montagna, con scarti rispetto alla media climatica di +10°C. La quota dello zero termico (la quota espressa in metri alla quale la temperatura dell'aria in libera atmosfera passa da valori positivi a valori negativi) sarà elevatissima, fino a fino a oltre 3500 metri su Alpi e Appennino centro-settentrionale, valori più da Primavera (se non Estate) che da Inverno.Il picco di questa fase termica anomala è atteso per metà settimana, quando il richiamo caldo africano raggiungerà la sua massima intensità. Le zone più interessate, oltre le nostre montagne, saranno il Sud e le due Isole maggiori, dove si potranno toccare valori più tipici della Primavera con punte massime fino a 20°C. Molto mite pure al Centro con valori intorno ai 15°C a Firenze e Roma.Tuttavia, come accade spesso durante l'Inverno, la stasi atmosferica causata dall'anticiclone produce un ristagno dell'aria nei bassi strati, specie sulle pianure del Nord e nelle zone interne del Centro, con conseguente formazione di nebbie o nubi basse (Maccaja in Liguria) e con temperature che rimangono piuttosto fredde anche nelle ore diurne. Uno scenario di questo tipo favorirà anche, purtroppo, l'accumulo di smog (come il PM10) nei bassi strati con conseguente peggioramento della qualità dell’aria. Nei prossimi giorni si prevedono valori di PM10 tra 60 e 80 µg/m³ nelle aree urbane e nelle pianure del Nord, con punte locali superiori. A questi livelli, il particolato può causare irritazioni respiratorie, bruciore agli occhi e aumentare il rischio per chi soffre di malattie respiratorie o cardiovascolari (soprattutto in persone fragili come bambini e anziani).